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I PRINCIPI

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FONDAMENTI

IL SALUTO (REI)

Un’etichetta importante all’interno del Dojo è data dal concetto Rei –saluto.

È espressione di cortesia e rispetto, fiducia e fedeltà che il praticante deve possedere nei confronti del maestro e nei confronti dei compagni che lo aiutano a superare i problemi interiori che ostacolano la reciprocità.

Imparare il giusto modo di salutare nelle arti marziali contribuisce molto a rendere il praticante più libero e attento nel suo atteggiamento quotidiano.

Salutare senza concentrazione è un’offesa nei confronti del gruppo che può ricevere un esempio negativo. La regola se non seguita da un esempio concreto perderà il suo valore iniziale.

La Via del Budo sarà sempre un’immagine di questo esempio ed il suo valore tanto è grande, quanto quello degli uomini che la seguono.

IL SEMPAI

Nella Scuola Koshido Budo una posizione chiave nella piramide dei gradi è assunta dai più anziani allievi (Sempai).

Il Sempai è l’insegnante diretto degli allievi più giovani, e allo stesso tempo egli è custode della tradizione , dello spirito del Budo e dei principi della scuola.

Il Sempai vivendo da molti anni vicino al maestro, sviluppa con il passare del tempo un legame naturale con quest’ultimo, basato su dei veri valori come la fiducia, il rispetto e la stima.

Aperto verso l’alto, autonomo in sé ed esemplare verso il basso, queste sono le maggiori caratteristiche che lo contraddistinguono.

LA CINTURA (OBI)

Ovunque un Maestro insegni la Via del Budo, si stabilisce nel corso del tempo una naturale piramide di gradi, indispensabile alla trasmissione dell’insegnamento e come pratica di comportamento dell’allievo.

Per ogni praticante risulta importantissimo collocarsi su un livello reale della piramide giacchè solo così si pongono le premesse per ogni suo futuro progresso. In nessun caso il praticante deve venire meno alla responsabilità del suo grado e mirare ad un livello superiore in modo diverso dal lavoro condotto in se stesso. Questo condurrebbe alla fine del progresso di apprendimento. La piramide è simboleggiata dal sistema delle cinture. Nelle arti marziali la cintura non si lava mai: ogni goccia, macchia o parte consumata riassume un’esperienza che segna la formazione di un Budoka. Lavando la cintura si cancellano le esperienze fatte. Ogni cintura ha la propria storia fatta di gioie e dolori amicizia o incomprensioni, successi o insuccessi. La cintura rappresenta il sentiero percorso da ognuno. Ecco l’onore di ricevere la cintura dal proprio maestro.

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L'ALLIEVO (DESHI)

Deshi è il termine giapponese con il quale si indica l’allievo delle Arti Marziali che si forma attraverso un incessante rapporto sia con l’insegnante, sia con il resto del gruppo.

E’in tale relazione che l’allievo mette in discussione le decisioni prese fino al quel momento per proiettarsi verso il raggiungimento della perfezione nel rispetto dei propri limiti e delle proprie inclinazioni naturali.

La volontà di raggiungere la perfezione della forma senza lotta interiore, senza la disponibilità al sacrificio e all’ideale, viene considerata da un buon insegnante di qualsiasi arte Budo, come un tradimento dei principi della Via.

Nella maggior parte dei casi questo avviene dopo un lungo tempo trascorso all’interno del Dojo ed è per questo motivo che solo pochi allievi riescono a superare l’ostacolo della forma per incamminarsi verso la Via. Il maestro ha il compito di distruggere la forma cui si attacca l’allievo, non perché sia sbagliata o perché ne conosca una migliore, bensì per proporre un nuovo motivo di conflitto interiore.

L’allievo deve dimostrare quindi di essere responsabile, capace di agire, critico in maniera costruttiva sia nei confronti di se stesso sia nei confronti della società.

IL KIMONO

Nella maggior parte delle arti del Budo è comune esercitarsi in un abito appropriato (il Kimono).

Questo è composto da una giacca e da un paio di pantaloni di cotone bianco, e di una cintura il cui colore designa il grado di progresso del praticante. Lo scopo di questa divisa è quello di creare un’armonia durante gli allenamenti, e di eliminare le differenze di classe nel dojo.

Esso è simbolo di unità di gruppo, integrità, ordine e disciplina, ed è per tale motivo che il praticante deve mantenerlo pulito e ben stirato, atteggiamento di grande responsabilità e rispetto nei confronti della comunità.

Il Kimono è simbolo di uguaglianza e unione, che rende ciascun praticante parte integrante del gruppo senza alcuna distinzione sociale. Solo il comportamento e la tecnica del praticante sono validi per distinguersi gli uni dagli altri.

IL DOJO

Dojo significa “il luogo dove viene praticata la Via“, intesa come sentiero di vita per una crescita fisica e spirituale.

La pratica della Via acquista contenuto e chiarezza quando esiste un sincero legame tra allievo della Via e Dojo. Perciò, nell’insegnamento della Via, il Dojo non è uno spazio per allenarsi, ma un luogo sacro, chiamato anche “spazio dell’illuminazione”.

Per ogni praticante serio il Dojo è un luogo di meditazione e di concentrazione, un onorato luogo di apprendimento, di fratellanza, di amicizia, e di rispetto reciproco. E’ più di un concetto – è il simbolo della Via dell’arte marziale.

Per un vero allievo della Via, il Dojo è come una seconda casa. Attraverso un giusto rapporto col Dojo, si stabilisce un reciproco scambio di valore, in cui il singolo può maturare e lo spirito del Budo può prosperare nella comunità.

Quando un vero allievo del Budo entra in un Dojo egli si lascia alle spalle tutti i problemi della quotidianità. Non è bene entrare nel Dojo con questi. Il Dojo è il luogo della meditazione, della concentrazione in se stessi. E’ il contrario di tutto ciò che accade nel quotidiano.

Quando lo si comprenderà come tale e si cerca il giusto atteggiamento in sé , si può crescere in esso.